Udire ed ascoltare Ivan Illich
Alla "Fiera delle utopie concrete” a Città di Castello

Alessandra Lotti
Mediterraneo anno 1 N. 4 Inverno 1997-98

 

Si è svolto a Città di Castello, il 16 e 17 ottobre, nell'ambito della Fiera delle Utopie Concrete che aveva quest'anno per titolo "L'Udito e L'Ascolto", il seminario "Percezione e comprensione", te­nuto da Ivan Illich, Heinz Buddermeier dell'Università di Brema, autore di importanti saggi sulla fotografia e sull'udito e da Matthias Rieger, musicologo, en­trambi amici di Illich da molto tempo. Nel ruolo di moderatore Wolfang Sachs.

Il pubblico confluito a Città di Castello da tutta Italia si è fatto accompagnare in un viaggio attraverso il tempo, strutturato in due appuntamenti pomeridiani, per scoprire l'evoluzione dei sensi umani attraverso tecnologie che cambiano velocemente, lasciando su ognuno di noi impronte e percezioni differenti, che vanno a realizzare - secondo Illich - una sorta di "desincarnazione del Verbo".

Ribadendo la centralità dell'uomo e l'unità di corpo e anima in ogni tipo di comunicazione, Ivan Illich ha poi commentato un passo del De anima di Aristotele rispetto al significato dei sensi: " Aristotele affermava - ha spiegato Illich che l'essere attivo dell'oggetto della percezione e l'attività del senso sono uno. Prendendo ad esempio il suonare e l'ascolto, quando l'udito è attivo e l'oggetto che ha suono suona, l'udire è come il suonare e l'ascolto ed il suono coincidono. Il suono non esiste senza ascolto e viceversa. L'oggetto del mio senso non esiste se non perché io lo sento. La comunicazione deve riuscire ad essere carnale, cosa che il computer dà l'impressione di poter fare, senza in realtà essere in grado di farlo". Il giovane Matthias Rieger è inve­ce intervenuto circa l'importanza della proporzionalità dei sensi, da lui studiata e sperimentata nella sua attività di musicologo. Egli ha illustrato il percorso di ricerca, gli interrogativi, che lo hanno portato ad intraprendere gli studi musicali e a conoscere Ivan Illich. Per spiegare ha usato il concetto tutto italiano di spaghetti al dente, sinonimo di una cottura ottimale per ottenere la quale nessuno può aiutarci, dove non giocano nessun ruolo predominante ne l'acqua di cottura e il tempo a questa necessario, ne gli spaghetti stessi. Un buon cuoco conosce l'attimo pre­ciso in cui terminare la cottura, anche senza servirsi dei minuti di bollitura o altro. Il segreto è pro­prio nel terminare la cottura al momento giusto, ne un attimo prima ne in quello immediatamente successivo, come accade appunto nell'armonia musicale.

Ivan Illich ha affermato di condividere la tesi di Matthias Rieger sull'importanza del muoversi nella prospettiva dell'attimo presente, quando prendendo ad esempio la musica, l'oggetto del senso dell'udito non esiste se non perché noi stessi lo sentiamo. Punto fondamentale dell'esposizione è stata l'enunciazione delle differenze tra comunicazione e conversazione ai nostri tempi: "La comunicazione -ha illustrato Illich- come viene praticata oggi è molto differente dalla conversazione, ma la comu­nicazione non può essere possibile senza un senso del comune, dell'etnos, rappresentato nel Nuovo Testamento dall'incarnazione del Cristo. La stessa parola Ambiente fa riferimento ad un mondo creato per incorporazione, di gente che parla la stessa lingua" Un tempo ha proseguito lllich - si parlava di Comunicatio carnalis, facendo rife­rimento alI'atto sessuale come momento di massima intimità, era evidente il riferimento ad una sorta di equivalenza tra la conversazione e la copula".

È stata poi ribadita l'importanza del concetto di amicizia, della vicinanza spirituale nel contesto della comunicazione: "L'amicizia come per il Fedro di Platone è il fiore delle comunità, ma oggi è difficilmente praticabile. Una conversazione pubblica, sociale può avvenire solo in conseguenza di un 'amicizia. "Comune" è in se una parola bella e forte che ritroviamo anche in "Comunicare", sta però sparendo dall'uso quotidiano nell'accezione in cui fa riferimento al diritto civico che stava alla base delle antiche comunità. Solo l'amicizia infatti consente la comunione fra chi parla e chi ascolta, fra chi appunto è unito da un senso del comune. Ciò appare nel Nuovo Testamento con l'incarnazione del Cristo. Questa è una vera utopia concreta. La parola "Conversare" contiene in sè tutto questo, ha già in se il suo significato: convenire, orientarsi alla presenza dell'altro che ha un nome. Non vi è via d'uscita a ciò, all'orientarsi a queste presenze al­tre, qui si crea l'assoluta proporzio­nalità e coincidenza dei sensi. Oggi assistiamo ad una "desincarnazione dei sensi" dovuta sia all'intervento mediatico della macchina sia all'esistenza di flussi di informazione che prescindono dal ruolo di chi ascolta".

Heinz Buddermeier ha portato l'attenzione sul valore del senso dell'udito e su come sia cambiata la nostra percezione quotidiana. Oggi ci si può ingannare rispetto ai suoni: sentendo il suono provo­cato da due sassi che sbattono non riusciamo facilmente ad accertare senza saperlo a priori di cosa sono fatte le due pietre, potenzialmente, senza udire nulla si potrebbe affermare essere anche di plastica. Buddermeier ha considerato che un tempo i suoni erano quelli delle attività originali delle persone che eseguivano i lavori quotidiani, mentre oggi per lo più i suoni sono diventati rumori, parola che porta in se una connotazione semantica di allarme, soprattutto in tedesco. I rumori si sono moltiplicati infastidendoci e non sappiamo più rapportarli ad attività ben precise, oggi quasi ogni cosa fa rumore. "Il rumore - ha concluso Buddermeier - chiude le persone, rendendo loro impossibile esercitare ed affinare l'udito".

lvan lllich ha poi delineato delle possibili soluzioni per il futuro, in cui sarà essenziale recuperare "un'etica dei sensi", praticare un ascesi sensoriale nonostante oggi non sia considerato “moderno” praticare la virtù, ciò renderà possibile il pas­saggio dall'udito all'a­scolto. Prendendo ad esempio quanto successo in sede di seminario, lllich ha fatto notare come la platea, munita di cuffia per la traduzione simultanea era disposta in rigide righe orizzontali di fronte ai relatori, mentre non appena le cuffie hanno dimostrato il fallimento della tecnologia, per cui si è optato per una traduzione in simultanea, le persone si sono disposte in maniera irregolare attorno agli stessi.

"Lo scopo degli uomini - ha spiegato lllich - è la comprensione e questa non passa solo per le onde sonore di una cuffia ma soprattutto per gli occhi ed il cuore. Ciò può rendere possibile anche la comprensione della lingua tedesca senza conoscerla. La percezione e la comprensione trasformano l'udito in ascolto, atto di volontà che è soprattutto emotivo. L'ascolto va infatti praticato, allenato, per cui dovremmo concentrarci molto in futuro per rinunciare a moltissime sollecitazioni acustiche tipiche e moltiplicare invece le occasioni d'ascolto. La condizione per resistere non è il diventare insensibili al rumore, ma riuscire a riconoscerlo e a superarlo."

Gettando uno sguardo sul mondo contemporaneo, in cui ha grande spazio la tecnologia e la "desincarnazione dei sensi" Illich ha spiegato: "Viviamo in un mondo in cui le cose stesse sempre di più ci dicono cosa sono e perché ci servono trasformandosi in 'pedagoghi industriali'.

Siamo sempre più di fronte a scelte già programmate, stabilite, alle quali bisogna ribattere con forza che ne possiamo fare a meno. Prendiamo ad esempio il computer, all'interno del quale abbiamo la sensazione di poter scegliere fra varie alternative: queste alternative sono date a priori, la scelta è di fatto limitata ad una ristretta gamma di possibilità uguale per tutti. Ci troviamo di fronte ad una nuova dimensione del male, che agisce a livello epistemico, evitando il confronto e la conversazione."

Illich ha poi portato l'esempio toccante della sua malattia, un cancro ben evidente al volto. "Quando me lo diagnosticarono 15 anni fa mi dissero che sarei vissuto al massimo altri cinque anni. Cinque anni dopo pagai una grande cena al medico che mi aveva visitato e congedato con quella tragica previsione statistica. Di quei tempi non è comune essere virtuosi. Non è considerato moderno vivere nell'ascetismo. In Germania si sono addirittura diffuse figure professionali come quella del "consulente genetico", al quale si rivolgono madri in attesa per saper con che probabilità matematica si può veriflcare che appaia nel piccolo una patologia già presentatasi in famiglia. Essi tentano di trasformare un fatto scientifico come una malattia in certezza, in probabilità di vita, attivando a danneggiare moltissimo la qualità della vita delle persone. Si dimentica che queste previsioni non tengono in alcuna considerazione la mia specifica persona, l'individualità di ognuno. Vivere con i sensi significa rifiutare anche questo".

Un pensiero particolare è andato anche alla figura di Alex Langer e al suo credere nella convivenza tra i popoli ed alla forza della fede. "L'origine della cultura occidentale sta nella fede, nelle piccole, intime comunità dei primi cristiani. Da qui ci deriva una grande capacità invasiva, nel senso di "invasione del cuore". Nel nome della grandiosa tradizione cristiana bisogna tornare a vivere in tradizione ai sensi, alla castità e alla preservazione della vista per esempio, secondo Illich, recuperando ciò che è stato commesso con l'esclusione dalla nostra vita della quasi totalità della pratica uditiva. Illich ha rivolto nella fase conclusiva del suo intervento un pensiero all' esperienza della Fiera delle Utopie Concrete ed al suo evolversi negli anni. "I prossimi dieci anni di battaglie ecologiste - ha affermato - potrebbero essere di comune 'celebrazione ascetica di tutti i sensi'. Un mutuo aiuto reciproco ci permetterà di sopportare una profonda impotenza, rispetto all'ambiente, soprattutto a livello politico".